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Perchè andare dallo Psicologo

Perchè andare dallo Psicologo

“Mens sana in corpore sano”
Questo antico adagio latino perdura da millenni eppure è tutt’ora di attualità!

Scindere il benessere fisico da quello psicologico sembra prassi comune e ….. consolidata.

È certamente più facile avvertire e/o localizzare un dolore fisico ma, per contro, è ben più difficile riconoscere un disagio psicologico.

Quest’ultimo non appare all’improvviso alla strega di un dolore muscolare ma si insinua nel tempo al punto di divenire “normalità”; il cosiddetto “mal sottile” definisce perfettamente uno stato di malessere e disagio che tende, col tempo, a far parte della nostra quotidianità.

Al contrario di un malanno fisico le cause sono difficili da ricercare anche perché l’uomo, grazie ad una sorta di autodifesa, tende a rifiutare ciò che gli provoca malessere, a dimenticare. Convenzioni e “viver civile” quasi sottendono che l’uomo debba essere sempre al di sopra delle righe, che abbia a vergognarsi delle proprie umane debolezze.

È anche una questione culturale.

In USA, esagerando sicuramente, è uno “sfigato” chi non va dallo psicologo, per contro, da noi, troppo spesso ci si vergogna ad andarci. Lo psicologo è preposto a:

  • Ricercare le cause del disagio nonché a rimuoverle;
  • Aiutare il paziente che ha bisogno di un supporto più o meno contingente;
  • Ad integrarsi con il paziente per massimizzare la collaborazione.

Tutto questo è possibile procedendo con un ordine preciso, ad effettuare perciò il percorso che personalmente adotto e che chiamerò A.S.A.
A.S.A., infatti, è l’acronimo di Analisi, Sintesi, Antitesi.

ANALISI: la fase che approfondisce le problematiche;

SINTESI: la fase che riassume, per quanto possibile, le problematiche al punto di ricondurle all’essenziale;

ANTITESI: la fase di intervento/cura che vuole contrastare il malessere.

Pur procedendo, doverosamente, nell’ordine sopra descritto al fine di identificare, sintetizzare e contrastare il disagio psicologico, cerco di configurare, per ogni paziente, alla stregua di un abito, la terapia “su misura”.
Non è la medicina che interviene ma bensì la consapevolezza, l’autostima, il raffrontarsi con il mondo che aiutano nella risoluzione di vecchie problematiche, le rimuovono e ci mettono in condizione di affrontare ciò che ci riserva il futuro.
Bisogna valorizzare le proprie qualità e migliorare la propria autostima, prendendo coscienza delle nostre capacità.

Come è mia abitudine io affermo che “il momento più bello, per me, è quando un paziente si congeda perché  è in grado di …… camminare con le proprie gambe!”.


Dr.ssa Daria Minelli
Psicologa Psicoterapeuta a Mantova


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