Lutto, dal latino “luctus”, “pianto”.
Piangere ed essere in lutto, come cordoglio per le morte di qualcuno.
A sua volta il termine cordoglio, sempre come etimologia latina, è composto da “cor” e “dolere” (dolore profondo, al cuore).
Già ai primi del 900, S.Freud porta le sue riflessioni sul lutto e sulla differenza fra lutto normale e lutto patologico che, in entrambi i casi, significano una perdita e/o una reazione alla stessa.
A sua volta l’esperienza di una perdita può essere fisica (primaria) o simbolica (secondaria).
La prima è il decesso, la seconda la logica conseguenza della prima.
La reazione è soggettiva, ognuno di noi affronta un lutto a modo suo; non esistono modi giusti o sbagliati per affrontarlo anche perché nel tempo si evolve, ancorchè si possa parlare di casistiche e/o reazioni statisticamente “tipiche”.
A LIVELLO EMOTIVO, infatti, i sentimenti ricorrenti si traducono in senso di impotenza, solitudine, stanchezza, apatia, depressione, isolamento;
FISICAMENTE si palesa con groppo alla gola, secchezza delle fauci, buco allo stomaco, insonnia, inappetenza;
A LIVELLO COGNITIVO si estrinseca in uno stato di disorientamento , preoccupazione e confusione,
Trattandosi di esperienze soggettive, al di là delle casistiche ricorrenti, i tempi di elaborazione sono diversi fra i vari soggetti e passano attraverso alcune fasi e/o periodi temporali.
UNO STATO DEPRESSIVO conseguenziale al lutto viene ritenuto “normale” allorchè abbia una durata sino a diciotto mesi, successivamente lo stesso si traduce in un vero e proprio DISAGIO.
LUTTO non sta solo per decesso o perdita di un proprio caro ma comprende anche altri situazioni quali cambiamenti e/o perdite connessi al lavoro, perdite economiche, di status sociale, pensionamenti, separazioni o divorzi.
Solo rielaborando i ricordi più traumatici che fanno da argine ai momenti ed eventi positivi vissuti con la persona cara perduta, è possibile comprendere e proiettare nel futuro, NEL NOSTRO FUTURO, esperienze positive e ricordi, amore e condivisione del vissuto insieme.
Grazie ad un intervento terapeutico quale l’E.M.D.R. è possibile aiutare le persone ad elaborare un lutto evitando e/o superando traumi ed ostacoli che possono impedire l’elaborazione stessa del lutto.
E.M.D.R.: l’acronimo di EMDR sta ad indicare quei processi –BASATI SU EVIDENZE SCIENTIFICHE-, di desensibilizzazione emotiva e rielaborazione adattiva dell’evento stressante o traumatico.
L’EMDR ricolloca i ricordi delle esperienze traumatiche con collocazioni che assumono forme meno disturbanti, favorendo e/o potenziando quel processo naturale di autoguarigione innato negli individui.
La tecnica impiegata nell’EMDR è quella legata ai movimenti oculari, già descritta nel mio sito, cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Dr.ssa Daria Minelli
Psicologa Psicoterapeuta a Mantova