Non si può essere insensibili al grido di dolore di tante famiglie che convivono con la malattia di un congiunto o che addirittura piangono la perdita di figli morti come conseguenza della anoressia e/o bulimia.
Queste ultime, infatti, se non curate, sfociano in un disturbo del comportamento alimentare e/o in manifestazioni di alimentazione incontrollata.
Sono un fenomeno sociale in costante aumento, da arginare e non sottovalutare, anche perché curabili, che colpiscono specialmente i giovani.
L’adolescenza è un periodo difficile, formativo, caratterizzato da dubbi ed incertezze, in cui i giovani sono facilmente influenzabili.
Il vigore della giovane età li porta a sfidare il mondo con la convinzione di essere padroni della loro vita, immuni dalle normali problematiche oggetto di raccomandazioni da parte degli adulti.
L’anoressia, nella fattispecie, oserei definirla -con un paragone forse azzardato- una sfida al mondo con alla base un profondo malessere e scarsa autostima di sé stessi.
I condizionamenti dei mass media, dell’intera società ma anche delle stesse famiglie, possono talora indurre i nostri ragazzi –non solo femmine ma ultimamente anche maschi-, alla ricerca di stereotipi che molto si discostano dalla normalità.
Superata una immaginaria quanto sottile linea di demarcazione, si sfocia nella paura di ingrassare.
Si passa da una graduale riduzione degli alimenti per mantenere la linea ad una ossessione per la bilancia.
Il cibo diventa ossessione, un diabolico oggetto da bandire e rifiutare, da nascondere, da combattere con una eccessiva attività fisica, da vomitare appena assunto, da espellere alla guisa di una scoria impura dal proprio corpo ricorrendo ai lassativi!
In analogia a tutto quanto asserito per l’anoressia, ancorché diametralmente all’opposto, si può parlare di bulimia.
Si parla, in entrambi i casi, di anoressia e bulimia nervosa che –se non curate- possono con ogni probabilità sfociare in un vero e proprio disturbo incontrollato.
Si tratta di un disturbo ossessivo-compulsivo da curare in tandem dal nutrizionista e dallo psicologo con trattamento psicologico cognitivo comportamentale e successiva terapia riabilitativa.
È necessario ricondurre i pensieri distorti, aumentare la consapevolezza ed autostima per sé stessi nonché prevenire eventuali ricadute.
Una valida chiave di successo per realizzare tutto ciò è anche rappresentata dalla collaborazione, dal coinvolgimento e sostegno della famiglia, da sempre base e fondamento della società civile.
Dr.ssa Daria Minelli
Psicologa Psicoterapeuta a Mantova